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giovedì 13 dicembre 2018

#5 QUINTA PUNTATA – STAGIONE 7 – RECORDING STUDIOS.13 ABBEY ROAD STUDIOS d - Giovedì 13 dicembre 2018, ore 17,00






Proseguiamo il progetto sugli studi di registrazione: serie di puntate dedicate all'ascolto della musica lì registrata, alla storia e all'anedottica dei "Recording Studios". 

Con l'intento di dimostrare l'enorme valenza artistica che hanno avuto nella storia della musica pop/rock.

Quarta puntata dedicata a quelli che probabilmente sono gli studi di registrazione più famosi nel mondo: gli Abbey Road Studios di Londra, quelli per intenderci dove i Beatles registrarono la quasi totalità delle loro opere.


Ecco la lista dei brani ascoltati: 
Beatles – In My Life, 1965 
Beatles – I’m Only Sleeping, 1966 
Beatles – I Want To Tell You, 1966 
Beatles – Tomorrow Never Knows, 1966 






BEATLES - IN MY LIFE

Dal sesto album Rubber Soul pubblicato il 3 dicembre 1965. 
Il loro secondo album (dopo A Hard Day’s Night) ad essere composto esclusivamente da brani originali. 
Primo album registrato interamente in un periodo ininterrotto di sessioni di registrazioni dal 12/10 al 15/11/65. 
Primo album ad essere considerato un’organizzata opera d’arte e non una semplice raccolta di brani. 
Aumentano le influenze stilistiche (folk, pop, country, soul) e si espande la paletta sonora grazie all’ausilio di nuovi timbri e sonorità (harmonium, fuzz bass, sitar) e alle splendide armonie vocali a tre voci di Lennon-McCartney-Harrison. 
L'assolo di tastiera in questo brano, che all'apparenza sembra suonato su di un clavicembalo, in realtà fu registrato al pianoforte con un registratore a velocità dimezzata, così quando viene riprodotto alla velocità corretta acquista un timbro unico e artificiale che lo fa somigliare ad un clavicembalo.







BEATLES - TOMORROW NEVER KNOWS

Brano di chiusura dell’album Revolver, ma la cui registrazione cominciò il primo giorno delle sessioni che portarono alla sua realizzazione, il giorno 6 aprile 1966 presso lo Studio Three alle ore 8,00 pm. 
Questo brano di Lennon rappresenta l’apoteosi della sperimentazione sonora in studio di registrazione: voce amplificata da uno speaker Leslie, suoni in reverse, tape loop, base indianeggiante, la batteria che tiene costantemente un ritmo assolutamente originale e non convenzionale.
Si è sempre creduto che il testo fosse stato composto da Lennon ispirandosi al Libro Tibetano Dei Morti, in realtà McCartney e Harrison hanno confermato che fu composto prendendo spunto dal libro di Timothy Leary, Richard Alpert, e Ralph Metzner “The Psychedelic Experience: A Manual Based on the Tibetan Book of the Dead”. 
L’idea dei loop di nastri fu di McCartney: ispirato dalla musica concreta di Karlheinz Stockhausen convinse ciascun Beatles a creare i propri loop; ne furono creati 30 e George Martin ne scelse 16 che furono suonati su svariati registratori BTR3 sparsi in giro per gli Abbey Road Studios e controllati dai tecnici EMI presso lo Studio Two il giorno 7 aprile 1966 coi quattro beatles al mixer e George Martin al “panpottamento” stereo.
Il loop più famoso è una risata velocizzata di McCartney (che sembra il verso di un gabbiano).




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