Partiamo dal sacro per approdare alle profane profanature del classic blues, dal melisma mediorientale del primo cristianesimo al boogie woogie nordamericano del 1948, passando per la primissima polifonia sacra medievale e le predicazioni del sud degli USA.
Questo l'accompagnamento musicale della puntata:
Marie Keyrouz - Office de la Nativité de la Mère de Dieu
Schola Gregoriana Mediolanensis – Viderunt Omnes
Leonin - Viderunt Omnes (2 vocum)
Tom Jackson - Huron Carole
Rev. J.M. Gates - Death Might Be Your Santa Claus
Bessie Smith – At The Christmas Ball
Victoria Spivey - Christmas Morning Blues
Mabel Scott - Boogie Woogie Santa Claus
Per ascoltare/scaricare la puntata: http://www.radiosonora.it/it/programmi/279-love-dj-stavros.htm
oppure qui: https://mega.nz/#!aM4njL7A!mfGwCEvMQ_qYHFQQRmMIOWT3Tgwmy1iuvroIDdCdWuU
SUOR MARIE KEYROUZ
Nata nel 1963, libanese, Marie Keyrouz è suora della Chiesa Cattolica Greco-Melkita, di rito bizantino, i cosidetti ‘cattolici orientali’.
Si è dedicata ad un grande e straordinario lavoro di ricerca della musica vocale tradizionale greca, siriaca e bizantina antica, che risale fino ai primi secoli del cristianesimo sotto forma di manoscritti o tradizione orale; spesso cantata in lingua araba, fa uso di scale musicali tipicamente medio-orientali, di enorme fascino.
Nella sua carriera musicale, iniziata nel 1989, si è accompagnata con svariate formazioni strumentali e vocali, ma a me piace in assoluto di più nella versione più pura, e forse più filologicamente fedele alla tradizione della musica religiosa mediorientale dei primi secoli del cristianesimo, che ho avuto il privilegio di vedere dal vivo a Ravenna Festival a metà anni '90, con il solo accompagnamento vocale dell'Ensamble De La Paix che non fa altro che cantare lunghe e prolungate note di sottofondo, bordoni, 'drones', sopra le quali lei si invola in una modalità (in senso puramente musicale) straordinaria.
Nella sua carriera musicale, iniziata nel 1989, si è accompagnata con svariate formazioni strumentali e vocali, ma a me piace in assoluto di più nella versione più pura, e forse più filologicamente fedele alla tradizione della musica religiosa mediorientale dei primi secoli del cristianesimo, che ho avuto il privilegio di vedere dal vivo a Ravenna Festival a metà anni '90, con il solo accompagnamento vocale dell'Ensamble De La Paix che non fa altro che cantare lunghe e prolungate note di sottofondo, bordoni, 'drones', sopra le quali lei si invola in una modalità (in senso puramente musicale) straordinaria.