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giovedì 18 febbraio 2021

#09 NONA PUNTATA – STAGIONE 9 – CALANBREAM FUN CLUB.3 – Giovedì 18 febbraio 2021, ore 19,00


Terzo appuntamento dedicato ad una persona per me molto importante recentemente scomparsa: il maestro Stefano Calandrini.
Grande chitarrista e grande insegnante di musica, è stato mio professore di chitarra dal 1986 e soprattutto legato a me da un’amicizia veramente profonda.
Ascolteremo quindi in questa puntata esclusivamente (o quasi) brani tratti dal repertorio cosiddetto ‘classico’ della chitarra; brani ovviamente legati a Stefano perché da lui amati, studiati. 

L’utilità di questa puntata sarà quindi a più livelli.
1. A livello personale come catarsi della perdita
2. Per chi lo ha conosciuto, come ricordo della comune passione per la musica e la chitarra.
3. Per tutti gli altri, per conoscere un po' del repertorio cosiddetto ‘classico’ della chitarra 

C’è poi un’altra importante funzione, legata al ‘paranormale’ e alla disabilità che negli ultimi 5 anni circa aveva fatto perdere l’udito a Stefano: la possibilità ora di fargli ascoltare la musica da me scoperta in questi ultimi anni e che per me finora era stato impossibile condividere con lui.
Non credo che lui possa ora ascoltarla, non credo al paranormale e alla possibilità della sua anima o del suo spirito di ascoltare questa puntata, ma non voglio precludermi comunque questa possibilità.

Questi i brani ascoltati in trasimissione:
Antonio Lauro – Seis Por Derecho (Joropo)
Antonio Lauro – Valse Venezolano No.3 Natalia, "Vals criollo"
Joao Gilberto – Estate, 1977
Tom Jobim – Wave, 1970
Louis Milan – Fantasia VIII Del Quarto Tono, 1990
Thomas Ford – Mr. Southcote’s Pavan, 1992
Celso Machado – Sambossa & Pé De Moleque, 2011




 

ANTONIO LAURO – SEIS POR DERECHO (JOROPO)

Antonio Lauro (1917 – 1986) è stato uno dei principali compositori venezuelani. Il padre era un immigrato italiano che gli insegnò fin da piccolo a strimpellare la chitarra; intraprese poi studi classici dedicandosi al pianoforte e al violino, che abbandonò però a favore della chitarra dopo aver assistito ad un concerto di Augustin Barrios Mangorè, celebre virtuoso paraguayano della chitarra. Antonio Lauro ha composto tanti brani per chitarra ispirandosi alla musica tradizionale e folklorica venezuelana, in particolare i valzer dove il tempo ternario in 3/4 si alterna al 6/8 creando delle intriganti figurazioni ritmiche sincopate.

Il suo brano più spettacolare tecnicamente è Seis Por Derecho che si ispira alla forma tradizionale venezuelana del Joropo, una sorta di danza nazionale in cui lo strumento protagonista è l’arpa; e infatti in questa composizione la chitarra imita l’arpeggiato tipico dell’arpa (proprio come succedeve 400 anni prima con la Fantasia di Mudarra ascoltata in precedenza).
Anche Stefano si è cimentato con successo nello studio di questa difficile composizione, con la quale ci trasferiamo nell’universo musicale sudamericano, in cui la chitarra ha da sempre un ruolo di primordine, e che Stefano amava tantissimo.
Ascoltiamo la versione del chitarrista scozzese David Russel.






Seis Por Derecho era anche uno dei cavalli da battaglia del chitarrista venezuelano Alirio Diaz, che tanto ha contribuito alla diffusione della musica di Antonio Lauro.







Questa invece è una splendida interpretazione del chitarrista Pablo Sáinz-Villegas accompagnato da contrabbasso e percussioni, strumenti a cui vengono concessi importanti momenti di improvvisazione.
Stefano non si entusiasmava come me per questo tipo di interpretazioni libere, ma sarei veramente curioso di sapere cosa ne potesse pensare.




Questa versione per trio di chitarra, cuatro e maracas è stupefacente. Sono sicuro che avrebbe entusiasmato Stefano tanto quanto ha entusiasmato me.



ANTONIO LAURO – VALSE VENEZOLANO NO.3 NATALIA, "VALS CRIOLLO"

Ascoltiamo un altro meraviglio brano di Antonio Lauro, il valzer che più preferisco tra i tanti da lui composti per chitarra, tratto dall’opera ‘4 Valses Venezolanos’, nell’incisione di Alirio Diaz, chitarrista venezuelano particolarmente caro a Stefano; che ha frequentato numerosi corsi di perfezionamento con lui: a due di questi ho partecipato pure io, una volta come uditore a Firenze nel 1986 e l’anno successivo a Faenza come partecipante.











JOAO GILBERTO – ESTATE, 1977

Passiamo ora al Brasile, la cui musica ha tanto appassionato Stefano, in particolar modo la bossa nova.
Ma ci arriviamo gradualmente ascoltando una canzone italiana di Bruno Martino, Estate, interpretata da Joao Gilberto, forse la voce maschile più celebre del genere bossa nova.
Nell’estate del 1996 io e Stefano andammo ad Perugia a vedere un concerto di Joao Gilberto, nell'ambito di Umbria Jazz Festival, che si esibì da solo con la sua chitarra ai Giardini Del Frontone; fu un’esperienza emozionante in un’arena all’aperto stipata di persone che l’artista brasiliano seppe zittire catturandone l’attenzione per tutta la durata del suo spettacolo; in quell’occasione eseguì anche Estate.
Noi l’ascoltiamo nella registrazione pubblicata nel 1977 nell’album Amoroso, che ha una forte ma non ingombrante presenza di un’orchestra d’archi.






In questo video registrato a São Paulo il 13 aprile 1994 possiamo vedere un'esibizione molto simile a quella a cui abbiamo assistito io e Stefano all'Umbria Jazz Festival di Perugia.







TOM JOBIM - WAVE, 1967

Questo è un brano di Jobim che io e Stefano suonavamo assieme, lui accompagnava e io suonavo con la chitarra la melodia, improvvisando anche un po' tra una strofa e l’altra.
E’ una bossa nova pubblicata per la prima volta nel 1967 nell’omonimo album di Antonio Carlos Jobim in forma strumentale.
L’anno successivo Jobim stesso compose un testo in inglese che fu utilizzato da Frank Sinatra nel suo album ‘Sinatra & Company’ del 1970. In questo brano Sinatra canta la sua nota più bassa: un mi bemolle.





Questa è una bellissima interpretazione della cantante brasiliana Elis Regina, una delle più grandi voci femminili della storia brasiliana, con lo straordinario armonicista belga Toots Thielemans, colui che ha reso l'armonica uno strumento jazz al pari di qualsiasi altro.




In questo video l'autore del brano, Antonio Carlos Jobim, lo esegue in un concerto a Montreal nel 1986; subito dopo abbiamo il pianista jazz Oscar Peterson, che ne aveva registrato una bellissima versione strumentale nel 1969, che la eseuge in un concerto del 1976 trasmesso dalla BBC.








LOUIS MILAN – FANTASIA VIII DEL QUARTO TONO, 1990

Louis Milan (1500 – 1561) è stato un altro dei più grandi vihuelisti e compositori spagnoli del ‘500.
A metà anni ’80, quando avevo appena cominciato a studiare la chitarra, assistetti ad un concerto a Ravenna, in quella che all’epoca era detta ‘Casa Dello Studente’, ora sede universitaria; in questo concerto si esibì la chitarrista di origine tedesca Ingebor Rebeschel (non sono certo che sia corretta la maniera in cui ho scritto il suo nome e cognome, e non sono neanche completamente sicuro che si chiamasse così); ad ogni modo lei eseguì questa Fantasia che mi piaque subito tantissimo. Tanto che fu uno dei primi brani che Stefano mi aiutò a studiare, con successo. Il brano, originariamento composto per vihuela, è stato trascritto per chitarra, ma noi lo ascoltiamo in una bella e interessante versione per più strumenti incisa nel 1990 dal musicista catalano Jordi Savall che è forse la massima autorità attuale in materia di musica antica.




Questa è una bella e sentita interpretazione alla chitarra da parte del chitarrista giapponese Kazu Suwa. 








THOMAS FORD – MR. SOUTHCOTE’S PAVAN, 1992

Io e Stefano avevamo un repertorio di duetti per chitarra tratti dalla musica rinascimentale, che utilizzavamo ogni qualvolta ci veniva chiesto da amici o parenti di contribuire musicalmente ad eventi o cerimonie.
Il mio preferito era la ‘Mr. Southcote’s Pavan’ del compostiore inglese Thomas Ford (1580 – 1648) suonatore di liuto e viola. Questo brano fu pubblicato nel 1607 nella raccolta ‘Musicke of Sundry Kides’ ed è originariamente scritto per due ‘lyra-viol’, un tipo di viola particolarmente in voga nell’Inghilterra dei quell periodo: aveva una ‘action’ (distanza delle corde dalla tastiera) molto bassa che permetteva all’esecutore di poter suonare più agevolmente composizioni ti dipo polifonico; veniva anche suonata senza archetto pizzicando le corde, probabilmente appoggiata alla gamba in orizzontale come un liuto o una chitarra, e ciò con un suono risultante molto simile al liuto. Uno strumento molto versatile.
La versione per due chitarre che suonavamo era presa da una raccolta curate dal chitarrista Frederic Noad che nelle note scrive: "It is interestingly balanced between the parts and is well suited to two guitars. The individual parts are not musically coherent by themselves, and it is necessary to play both together for the musical idea to emerge" (Le parti sono bilanciate in maniera molto interessante che rendono il brano adatto ad essere suonata con due chitarre. Le singole parti non hanno apparentemente alcuna coerenza in sè, ed è essenziale suonarle assieme affinchè si manifesti l’idea musicale).
Ascoltiamo la versione registrata da The Danish Guitar Duo (Morten Skott e Søren Bødker Madsen) incisa nel 1992.






In questo video vediamo l'interpretazione del brano da parte dell'EphenStephen guitar duo.









CELSO MACHADO – SAMBOSSA & PÉ DE MOLEQUE, 2011

Oltre ad un repertorio ‘sacro’ avevamo anche un repertorio ‘profano’ in cui imperava la musica brasiliana. Eravamo particolarmente legati a due brani del chitarrista brasiliano Celso Machado originariamente scritti per flauto e chitarra, ma che noi avevamo adattato per due chitarre: io suonavo la parte del flauto cercando di aggiungere qualche improvvisazione, Stefano quella della chitarra. Si tratta di Sambossa e Pè De Moleque.
Celso Machado è un chitarrista/compositore brasiliano trapiantato in Canada che ha scritto delle bellissime pagine per chitarra sola, flauto/chitarra e duo di chitarre pubblicate dalla casa editrice francese Lemoine; sono musiche in cui l’influenza della musica popolare brasiliana è preponderante.
Ascoltiamo I due brani nella straordinaria interpretazione del duo Ferraguto Pace (Marco Ferraguto – flauto, Andrea Pace - chitarra).





All'epoca in cui scoprivamo e suonavamo la musica di Celso Machado internet non esisteva, di qualcosa assimilabile a youtube si parlava forse nei libri di fantascienza, e di quest'autore non conoscevamo nulla; potevamo intuire che fosse brasiliano con una certa certezza, ma non avevamo idea di che aspetto fisico avesse, dove vivesse, quanti anni avesse (scopro adesso su wikipedia che è nato nel 1953). Una cosa che mi sorprese particolarmente negli anni successivi fu scoprire che era nero di pelle; non so spiegarmi perchè dessi per certo che fosse bianco dato che trattandosi di un brasiliano la probabilità che fosse nero era ovviamente molto alta.
Eccolo in tutta la sua bravura alle prese con una sua composizione dal titolo Parazula.




E in questo video (spettacolare!) registrato nel backstage della Brazilian Guitar Marathon svoltasi a New York presso il centro culturale '92nd Street Y' il 27 gennaio 2008 possiamo ammirare Celso Machado duettare con il grande, alieno, 'not of this earth', Yamandu Costa.
Grazie al prestigioso contributo del chitarrista Filippo Mele (altro membro storico del Calanbream Fun Club) sappiamo che Machado e Yamandu stanno suonando il brano 'Xodò Da Baiana' di Dilermando Reis e in camerino con loro sono presenti i chitarristi brasiliani Fabio Zanon e Odair Assad; ovvero quattro personaggi di notevole spicco della chitarra brasileira.






E per concludere un pò di cose personali.
Cominciamo con questo video registrato nell'estate del 1994. Io e Stefano dovevamo suonare da qualche parte di lì a poco e approfittammo dell'ospitalità di mia sorella e suo marito per fare una prova in pubblico che qualcuno videoregistrò.

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